
Intervista ad Alessio Travetti
LA BELLEZZA COME ORIZZONTE PER COMPETERE
“Se non riesco a guardare dentro ad una persona, mi preoccupo”. La capacità di visione, il coraggio di una scommessa difficile e la volontà nel perseguire gli obiettivi, sono racchiusi in questa frase, che Alessio ha assunto come massima sia nella sua vita personale, sia negli affari. Guidare un’azienda con oltre 70 anni di storia non è un’impresa semplice. Quando poi la storia comincia con il nonno, antesignano locale dei garage-boy d’oltre oceano, che nella cantina di casa produce carrelli, ruote e manici per la valigeria in cui fa il portinaio, il peso potrebbe anche risultare eccessivo. “Nei diversi reparti dell’azienda dove mio padre mi ha mandato a fare il garzone, ho imparato sì i processi tecnici di produzione che oggi tanto mi appassionano, ma soprattutto la mentalità italiana: non mollare mai!”
Grazie a questa lezione, oggi la Travetti Srl firma accordi di riservatezza, che preludono a contratti di fornitura, con le più importanti maison del lusso alle quali fornisce i complementi per la valigeria.
Ancora una volta, però, la storia non è così semplice. Dopo pochi anni dal suo ingresso in azienda, nel 1998 la competizione cinese diventa feroce, sia per quanto riguarda le lavorazioni ferrose che quelle plastiche. Alessio e quello che dal 2013 è “il consulente impagabile e impagato”, cioè il padre, decidono di scommettere su ciò che li circonda e che rappresenta il patrimonio comune di tutti gli italiani: la bellezza.
“Ci riduciamo ma aggrediamo la nicchia più difficile, dove secondo noi le produzioni asiatiche non arriveranno mai: il mercato del lusso.” La naturale inclinazione artigiana prevale sulla delocalizzazione, l’abitudine a far bene le cose guida verso l’eccellenza di prodotti sempre più sofisticati nelle tecnologie e nei materiali utilizzati, mentre la bellezza ispira lo sviluppo e la crescita dell’azienda, che sa immaginare il futuro e, soprattutto, realizzare i nuovi obiettivi.
“Intellettualmente sincero e socialmente onesto”, Alessio sintetizza così il suo stile imprenditoriale e personale, che lo porta ad avvicinarsi a Compagnia delle Opere Insubria, dove “si può imparare dalle persone perché non vi è nessuna difficoltà a condividere esperienze e conoscenze, informazioni e nozioni”. Credere nella persona prima che nel ruolo che ricopre è la conferma che trova anche in Associazione, ricordando l’esperienza appresa da quel garzone affidato dal padre all’operaio specializzato di turno che, con la scusa di spiegargli come pulire la macchina, lo introduceva ai segreti del reparto.
Quando si dice… #relazioneinazione!