Non avere vergogna delle domande...

Sua moglie fa il medico, a diretto contatto con l’emergenza; è padre di un adolescente a casa da scuola ormai da settimane. Lui fa l’imprenditore ed è chiamato a dare risposte precise a chi lavora per lui. Andrea Azzimonti di Roda Srl, associata CdO Insubria, invita prima di tutto sé stesso, con le responsabilità non piccole a cui è chiamato, a guardare "da uomini" questo periodo così duro. La ricetta pronta non c'è. Ma una strada sì... Guarda il video per ascoltare le parole di Andrea Azzimonti. https://youtu.be/0WyRJulNEu8

Quando tutto questo sarà finito...

Postazioni vuote, ma tutti al lavoro ugualmente. Marco Davì di Unichrome, società di Gallarate, che da trent’anni si occupa di comunicazione, da qualche mese associata a CdO Insubria, condivide la sua esperienza imprenditoriale e umana di questo non facile periodo. Entrando anche nel merito di come è possibile organizzare il lavoro. Ma, soprattutto, lanciando un messaggio di chiaro per costruire il nostro presente, prima ancora che il futuro. «Quando tutto questo sarà finito noi avremo il compito di ricominciare, ricostruire. Questa cosa non ci spaventa, siamo abituati a farla, abbiamo questo tipo di mentalità, ci siamo rialzati decine di volte di fronte alle difficoltà, ne sono sicuro. «Vorrei condividere con gli associati è alla necessità di conservare l’ottimismo, anche in questo momento difficilissimo, la voglia di fare che caratterizza gli imprenditori. Lo sconforto non ci aiuta minimamente, anzi, dobbiamo avere la forza di sostenere lo spirito anche dei nostri collaboratori. Quelli dei nostri collaboratori che magari nostro malgrado abbiamo lasciato a casa e di coloro che sono preoccupati per il futuro del loro lavoro, non solo della loro salute». «Certo, qui la cosa è grossa e bisognerà capire quante macerie troveremo sulla nostra strada. Sono sicuro, però, di una cosa: questa ricostruzione la dovremo fare necessariamente tutti insieme. Se c’è una lezione che questo momento ci sta insegnando è che da soli non possiamo fare nulla». Guarda il video per ascoltare le parole di Marco Davì. https://youtu.be/mKR8e3rH-p4

Lettera di Fabio Martignoni, Cogo Bilance

La lettera di Fabio Martignoni, partner e CEO Cogo Bilance, associata CdO Insubria, aperta anche nell'emergenza: i suoi sistemi di pesatura professionale sono un piccolo ma decisisivo anello nella catena dei servizi essenziali. Sono un imprenditore che, come tanti, anzi tutti, i suoi colleghi si è trovato in una situazione nuova e imprevedibile. Dopo giorni di notizie contrastanti e oscillanti tra ottimismo e pessimismo assoluto (notizie di cui non mi sento di incolpare nessuno poiché tutti siamo bravi con il senno del poi...) si è arrivati al dunque. Si sono rese necessarie misure eccezionali per tutelare il bene più prezioso donatoci, la vita. Tra queste misure la chiusura di tante attività ma, come comprensibile per chiunque, non di tutte, poiché alcune risultano anch'esse essenziali per tutelare il bene più prezioso donatoci, la vita. Non si può infatti immaginare di chiudere le centrali elettriche, ma le centrali elettriche, tante di esse, hanno bisogno del carburante prodotto dalle raffinerie. Non si può immaginare di chiudere le industrie alimentari, o la gran parte di esse, (mi perdoni quel grandissimo imprenditore che è Ferrero, posso rinunciare alla Nutella ma non alla pasta o allo zucchero o al burro) e non posso pensare di chiudere gli allevamenti poiché, a parte la carenza di cibo, pensiamo alle epidemie che si creerebbero con milioni di animali morti, e così le aziende agricole. Ma tutto questo ripeto, è comprensibile a chiunque. Meno comprensibile invece, e me ne sono accorto sulla mia pelle, è considerare attività come la mia, apparentemente non indispensabile a prima sensazione ma... Costruiamo, ma in questo caso, soprattutto facciamo manutenzione, a impianti di pesatura e dosaggio. Ebbene, vi garantisco che alcune di quelle aziende sopra menzionate non possono fare a meno per produrre, controllare e vendere, di questo tipo di impianti e quindi ci hanno scritto o telefonato, affinché garantissimo loro tali servizi.  A questo punto ho dovuto parlare ai miei collaboratori, alla mia gente, per illustrare la situazione, e per illustrarla chiaramente da due punti di vista. Il primo, quello di essere chiamati a fare il nostro per tutti gli altri, come sopra richiamato; e il secondo, più interno, ma altrettanto importante, dichiarandomi invece disponibile a chiudere tutto, a far venire meno anche quel nostro dovere, ma non garantendo che a situazione risolta saremmo potuti se e come ripartire per le evidenti difficoltà economiche che deriverebbero da una chiusura totale e di fatto indeterminata. Ho subito chiarito che chi avesse potuto e voluto avrebbe potuto lavorare da casa, ma per quei lavori impossibili da fare da casa, chi avesse avuto paura di lavorare, per sé o per i propri cari, lo avrebbe potuto dire chiaramente e non avrebbe subito nessuna conseguenza, poiché anche la paura ha le sue giustificazioni e anche la paura ha salvato tante vite.  Non posso nascondere di essere rimasto felice, positivamente colpito da parte della risposta di tutti, della quasi totalità che, non solo si è dichiarata disponibile a lavorare subendone i rischi, pur con tutte le precauzioni adottabili, ma anche da chi ha chiesto di stare a casa a lavorare ma che, siccome il lavoro da casa era meno impegnativo e richiede meno ore, di considerare ferie questi giorni, o di chi, pensiamo alla filiera interna, per fare un esempio, si è dichiarato disponibile a venire in fabbrica per approvvigionare chi fa assistenza dei necessari ricambi, a chiamata e su necessità; del responsabile del coordinamento dell'assistenza che tiene il cellulare acceso sempre, o del responsabile commerciale che, pur in ferie, sta inondando i clienti di mail e chiamate per essere pronti alla ripresa; o di chi si occupa delle certificazioni che dovremo avere e ha chiesto di lavorare in fabbrica, sempre per essere pronti alla ripresa; o di chi segue la segreteria e la contabilità che pur aggiungendo ai nostri problemi un grave problema familiare, si è ingegnata per far funzionare al meglio la parte "burocratica", installandosi a casa una posizione e venendo in fabbrica saltuariamente quando necessario, sempre per essere pronti alla ripresa; e sto dimenticando sicuramente tanti anche per non dilungarmi. Perché la ripresa ci sarà, perché tutte queste persone che stanno rischiando per dare il loro contributo, e che prendono tutte le precauzioni possibili, per cui magari rinunciano a baciare un figlio, un parente, stando attenti a non usare le stesse stoviglie o lo stesso asciugamano, se lo meritano. E meritano anche di non essere considerate untori o incoscienti, come a qualcuno è stato rimproverato, ma si meritano un grazie da parte di tutti, così come noi dobbiamo ringraziare i corrieri e i trasportatori e i lavoratori di tutte quelle attività che non possono chiudere perché parte di quella filiera che, come tutte le misure eccezionali prese, vuole tutelare il bene più prezioso donatoci, la vita.  Sento quindi un grosso peso per la responsabilità che io, che guido la mia piccola squadra, ritengo di avere, ma questo peso mi è enormemente alleviato dall'orgoglio di avere questa squadra, di sapere che ci sono tante altre piccole, medie e grandi squadre che stanno facendo la stessa cosa per il nostro grande, unico e responsabile Paese. Fabio Martignoni

Protocollo di sicurezza negli ambienti di lavoro

In considerazione di quanto indicato dal Ministero della Salute, è stato siglato il 14 marzo da Governo, sindacati e parti sociali il "protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e contenimento del Virus Covid-19 negli ambienti di Lavoro". Obiettivo del documento è quello di fornire indicazioni operative da attivare all'interno dei luoghi di lavoro per le imprese che resteranno attive in questo periodo. Le misure indicate dovranno essere applicate per contrastare il possibile contagio di COVID-19 e si rendono obbligatorie per tutelare la salute delle persone presenti all'interno delle imprese. Leggi il protocollo cliccando QUI

Lettera del Presidente Marco Silanos

Carissimi, in questi giorni in cui il nostro Paese sta affrontando un’emergenza sanitaria che ci vede coinvolti come singole comunità e come sistema, desidero esprimere tutta la nostra solidarietà e vicinanza a tutti voi e alle vostre famiglie.La situazione in cui versiamo è del tutto eccezionale, e non è dato sapere quanto durerà: l’incertezza legata al fattore tempo è la prima difficoltà che ognuno di noi sta affrontando. Ma, proprio per non rischiare che questa situazione sia vissuta come una “sorta di alibi”, su cui scaricare le nostre responsabilità e possibilità di azione, mi sto domandando se è possibile imparare qualcosa anche da un momento come questo. Che cosa dunque stiamo facendo e cosa potremmo ancora fare, anche come associazione, per aiutarci a fronteggiare questo periodo?Sicuramente l’evoluzione e la diffusione della malattia, che ha portato in queste ore all’emanazione di un decreto governativo con nuove limitazioni, avrà ripercussioni importanti sulle nostre attività economiche e sociali condizionando la nostra vita, quella dei nostri familiari e dei nostri collaboratori. Si sente, pertanto, forte il richiamo a dare un contributo straordinario, sia in termini professionali sia in termini di disponibilità. Penso che la grandezza di tutti voi e del nostro lavoro sia invece, in un momento come questo, la conferma del bene che ogni giorno costruiamo insieme, indipendentemente dalla presenza del Coronavirus. Allora la prima considerazione è se questo fatto ci ha colti realmente insieme. Evidenziare questo dato ci aiuterà a capire in cosa abbiamo riposto la nostra consistenza umana e professionale.La seconda riflessione tocca da vicino la nostra Associazione. Il nostro essere insieme segna l’inizio di un lavoro che non può tralasciare l’aiuto alle imprese. Allora l’occasione per intercettare i bisogni e le domande dei nostri associati ci richiama ad una più intesa capacità di relazione, ascolto e messa in moto, secondo formule e modalità diverse da quelle finora utilizzate. Per questo motivo l’Associazione non vi dirà come dovrete gestire le vostre aziende, ma sarà a vostra disposizione per cercare di rispondere ai quesiti che porrete, perché solo così saremo in grado di poter uscire da questa emergenza e ripartire insieme. Come Associazione ci stiamo confrontando con professionisti ed esperti per capire meglio come aiutarvi secondo le diverse disposizioni che il Governo andrà ad attuare. Anche la nostra attività subirà delle modifiche: per il momento, non potremo più vivere il nostro rapporto con molteplici appuntamenti e incontri che da sempre hanno creato quel valore aggiunto che ci ha aiutato a crescere.In attesa che la situazione migliori e che si possa ritornare a vivere "normalmente”, vi informo che telefonicamente e attraverso gli strumenti informatici saremo al vostro fianco, certi che questo modo di operare ci permetterà di scoprire nuove opportunità.Infine, penso che questa emergenza sia arrivata in un momento particolare del nostro Paese, che dava segno di indebolimento, sociale prima ancora che economico. Ognuno si aspetta che le Istituzioni, sappiano comunicare e agire in modo coordinato, efficace e preciso, richiamando ciascuno ai propri compiti. Ma senza una società civile viva anche gli appelli delle Istituzioni risultano vani. Ecco allora qual è il nostro compito e il nostro ruolo: quello di offrire un luogo a servizio di persone al lavoro. Non sappiamo cosa accadrà ma siamo certi che in questo periodo potremo riscoprire quel senso di "famiglia" che, sia sul lavoro sia nella vita privata, ci darà la forza di ripartire.Vorrei concludere con le parole dello scrittore J.R.R. Tolkien, che nel dialogo tra due protagonisti de “Il Signore degli Anelli” attribuisce a Frodo: “Avrei tanto desiderato che tutto ciò non fosse accaduto ai miei giorni”, “Anch’io” annui Gandalf, “come d’altronde tutti coloro che vivono questi avvenimenti. Ma non tocca a noi scegliere. Tutto ciò che possiamo decidere è come disporre del tempo che ci è dato”. Buon lavoro a tutti! Marco SilanosPresidente Compagnia delle Opere Insubria

La formazione non deve fermarsi!

Come già anticipato stiamo predisponendo alcune azioni in grado di poter sostenere tutti voi nelle attività quotidiane. Sulla base del “DPCM 4 marzo 2020” della Presidenza del Consiglio dei Ministri che ha emanato nuove misure per il contenimento del virus sull’intero territorio nazionale, in collaborazione con il nostro partner formativo GESTFORM, vi informiamo che, attraverso la messa a disposizione gratuita di aule virtuali su piattaforma webinar, sarà possibile proseguire la formazione del personale da remoto.Nonostante le grandi difficoltà che stiamo vivendo, ci auguriamo che anche questo gesto possa contribuire a far meglio il vostro lavoro. Per tutti i corsi già in essere (salvo che per corsi che prevedono prove pratiche) sarà possibile “trasformarli” in corsi webinar fino a nuove indicazioni. Per ogni informazione e chiarimento vi preghiamo di scrivere a formazione@cdoinsubria.org.